2 Agosto 2013

7 indizi per riconoscere un vero signore (a tavola)

Un vero signore si riconosce senza dubbio a tavola. Bastano 7 indizi. Ecco quali.
34 commenti

C’è quello che viene a prenderti con una macchina esagerata (e poi scopri che se l’è fatta prestare), quello che a cena ti elenca uno per uno i grandi affari che ha fatto di recente in borsa, e quello che – semplicemente – appoggia sulla tovaglia l’ultimo modello di telefono cellulare. E poi ci sono quei (rari) veri signori, che ti parlano senza parlare di sé, che versano il vino al momento giusto, che non commentano le tue scelte in fatto di dessert.  Un vero signore si riconosce senza dubbio a tavola. Bastano 7 indizi. Ecco quali.

 

1 – entra per primo
Davanti alla porta del ristorante, un vero signore non ha dubbi, apre ed entra per primo, facendo strada. Poi sceglie un tavolo in buona posizione e offre la “vista” alla sua compagna.
2 –parla, e mangia – separatamente
Durante un pasto intrattiene amabilmente sforzandosi (se necessario) di dare alla conversazione note interessanti, ma mangia sempre a bocca chiusa, pertanto parlerà a bocca vuota.
3 – sulla tavola non appoggia nulla
Le chiavi della super-macchina, il telefonino e quanto altro avrà portato con sé andranno in tasca – mai sul tavolo. Un avvertimento per i signori: in estate se uscite senza giacca abbiate pantaloni con ampie tasche invisibili. Il borsello è out of fashion.
4 – sa attendere
Se arriva un piatto in tavola, non si serve mai per primo, né inizia a mangiare prima che la signora con lui abbia almeno portato il boccone sulla posata. In famiglia, attende che chi ha cucinato si sieda a tavola per mangiare (oh, sì!).
5 – spiega il tovagliolo sulle ginocchia
…E ce lo lascia, evitando di usarlo per ogni evenienza. Si pulisce la bocca prima di bere e lo lascia alla sinistra del piatto, senza piegarlo, a pasto terminato.
6 – rinuncia alla tv
A casa, rinuncia alle ultime dello sport e al telegiornale a tavola, anche se ha fatto tardi al lavoro. Il TG mandato solo alle 8 è un ricordo del passato, a fine cena il modo di guardare le notizie lo si troverà di certo.
7 – paga il conto
Al ristorante, escludendo una eventuale cena di lavoro, o una cena espressamente offerta da una donna per contraccambiare un invito o un dono, al momento del conto lo chiede senza farsi notare troppo e poi lo salda, senza dare peso alla cosa.
7BIS – non chiama il cameriere per il conto con il classico gesto della penna virtualmente tenuta in mano che scrive a mezz’aria. Mai.

 

 

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34 commenti

Manuel |

Buonasera. Poichè ormai esiste la parità tra uomo e donna, credo che sia superato questo “dovere/obbligo” dell’ uomo di dover pagare sempre il conto. Si è signori comunque!

lucia clementi |

Può anche portare la gonna, dato che c’è la parità……Ci sono delle cose che sono maschili e cose femminili senza essere maschilisti o femministi

WALTER ABES |

Buongiorno, Csaba. pur non ritenendomi un vero signore, cosa che ho sentito rivendicare di sé per una vita da mio fratello, tutti gli indizi negativi a cui tieni non fanno parte di me, per lo meno al ristorante, e poi assolutamente nessuno sfoggio. Quanto a quelli positivi, devo dire che riservo le stesse attenzioni che tu elenchi a donne e uomini miei commensali. Vesto démodé ma non porto il borsello e indosso quasi sempre pantaloni coi tasconi, maglie o magliette e magari un gilé. Semmai, se non passo da casa prima di uscire a cena o a pranzo ho con me un tascapane o uno zainetto o una “gaetana”, che lascio, se custodito, assieme all’eventuale soprabito. Sai, non vivo bene regole e comportamenti troppo rigidi. Alla prossima volta…

Tania |

Volevo ringraziarla Csaba ,le sue parole sono molto illuminanti.Le faccio i miei complimenti.

Daniele |

Con due anni di ritardo rispetto all’articolo: Sposami.

csaba |

🙂

daniele |

Sono sicuro tu sia capace di rendere speciale anche una colazione con pane e latte. Non solo nelle foto. Anche nella vita. Quella vera. Quella di tutte le mattine con tuo marito e i tuoi figli. Dove il momento più banale e ridondante DEVE diventare prezioso, conviviale, unico. Dove la differenza non la fa il tovagliolo di stoffa, ma l’amore e l’eleganza con i quali lo disponi proprio lì, proprio in quella determinata maniera… E questo non si impara alla Cordon Bleu. Buona vita Csaba. Purtroppo non potrò sposare te, ma, di certo, sposerò una donna COME TE.

spudorata-mente |

L’ho conosciuto un tipo così… e me ne sono innamorata ancora prima di averlo capito.

csaba |

Anche io… Mio marito

Daniele |

Ops, temo proprio di non essere un signore, per alcuni punti
😀

Marina N |

Buon compleanno Csaba!!!!
Si sono in ritardo ma ho ripreso solo oggi il mio pc dopo una settimana , è stato oggetto non di un virus ma di un attacco alieno!!
🙂

Giada |

…io adoro mangiare con le mani!! dall’insalata , all’affettato….credo che con moderazione e compostezza ci si debba sentire liberi a tavola. Davanti al mio ragazzo sono semrpe io…accavallo le gambe sulla sedia come fossi un’indiana e mi piace avere tutto davanti: i condimenti, le scelte dei cibi e delle bevande, utilizzare stoviglie e posate MAI di plastica, e sorpattutto mangiare in enormi piatti da pizza!! e bere in enormi biccieri di vetro!!
al grido di !BUONA CENA! tutti a tavola! e sono strafelice quando si apprezza quello che preparo!

Sara |

Ciao,
interessantissimo l’articolo!
Passo soprattutto per farti i miei complimenti per la tua eleganza, le tue idee e le tue ricette!!!
tornerò a leggerti spesso!!!
buona serata
Sara

Sereseres |

No, non si muore ma con le buone maniere si vive – e si convive- meglio…o no.

katia |

Vorrei fare una considerazione in base a questo post…..sopratutto per chi e’ ancora single…io non mi ostinerei a cercar di trovare un uomo che rispetti tutti questi “indizi” ….la perfezione non esiste..qualche compromesso dobbiamo trovarlo e accettare le mancanze dell’altro sesso altrimenti single lo restiamo a lungo(a patto che non sia per scelta). ;-S

walter |

E sul paga il conto che rivaluterei la parità dei sessi ahahahaahahaah

Cate |

Punto unisex: i commensali parlano a voce bassa nei ristoranti: non è piacevole che i vicini di tavolo ascoltino inavvertitamente la conversazione

dario |

ottimo post sempre utile

Donna Bianca |

Grazie per questo post, davvero opportuno in un mondo dove la cafonaggine impera e in troppi ritengono che grazia e eleganza debbano essere doti unicamente femminili. Aggiungerei, se posso, un punto 7ter: un signore si rivolge sempre con cortesia e rispetto al personale di sala, anche se molto giovane e magari un po’ inesperto.
Buona giornata!

pat |

7 quater – non tocca tutte le fettine di pane per scegliere la propria e dopo aver preso solo quella che vuol mangiare la portera’ alla bocca spezzandola con le mani e non a morsi (questo e’ il paragrafo flinstones) e pure gli spaghetti mangera’ il boccone avvolto nella forchetta senza spezzare gli spaghetti coi denti facendoli ricadere giu’ nel piatto.

Rita Rezzaghi |

Queste sono regole che tutti gli uomini dovrebbero conoscere e usare ma purtroppo non é così! É raro che un uomo le rispetti.
Io leggendole ho rivisto in pieno mio marito e sono molto contenta perché le conosce tutte e le mette in pratica sempre.
Per lui é naturale comportarsi così e quando siamo fuori oppure a cena a casa con degli amici a tavola si comporta sempre da vero signore e anche se sono piccole cose le apprezzo molto.
Mi ricordo la prima sera che siamo usciti a cena mi ha colpito per la sua gentilezza e per i suoi modi di fare.
Poi le cose davvero importanti sono altre e io sono davvero fortunata ad averlo accanto!
Ovviamente insegneremo queste le regole anche a nostro figlio e poi come esempio avrà il suo papà e credo che sarà più semplice.
Buon fine settimana a tutte! Baci, Rita

Csaba |

Dare il buon esempio ai propri figli Rita è fondamentale per una buona educazione. Brava e complimenti per il tuo bel matrimonio!

Rita Rezzaghi |

Grazie mille cara Csaba!un abbraccio

pat |

Non sono io che infierisco. Ma sapete gia’ dove vivo e dove mi sono trovata a lavorare. Sapete che i miei colleghi usano il borsello? Quello che e’ out nella maggior parte d’iItalia sicuramente viene usato in qualche parte d’Italia che non guarda all’immagine, all’eleganza e al galateo.
Altro punto che si fa nel mio ufficio (e un vero signore non fa mai) e’ presentarsi col proprio titolo di studio. In una cena con ospiti non noti una terza persona presenta gli invitati coi titoli ma un signore non si pesenta da solo come il Dott. l’Ing. l’Avv..

Ah forse non l’abbiamo ancora detto. Non si dice buon appetito a tavola. Nessuno deve dirlo 🙂

pat |

Quando mi augurano “buon appetito” come quando si presenta qualcuno dicendomi “piacere” (e non si dice piacere) accenno un sorriso e ringrazio ma non contraccambio con un buon appetito o un piacere oppure auguro una buona cena o nell’altro caso rispondo con un lieta di conscerla e non con piacere mio o con un buonaera sono patricia.

Valentina Petracchi |

Pat, perdonami ma il motivo per cui non si dice “piacere” è lo stesso per cui non si dice “lieta di conoscerla”. Più che la regola è motivo della regola che serve capire.

katia |

Ormai dopo averlo letto e sentito dire in tutte le salse che non si dice buon appetito, ho iniziato ad evitarlo pure io anche se, naturalmente lo avrete capito, tra la mia gente e’ sempre usato farlo, allo stesso tempo mi chiedo: cosa c’e’ di cosi’ disdicevole nell’augurare una cosa simile prima di iniziare a mangiare? E poi da dove e’ nata questa usanza prima di essere bandita dalle tavole? Quanto agli indizi, malgrado la maggior parte delle volte il cavaliere di turno sia sempre lo stesso (il marito) devo dire che posso dargli gia’ un bel voto a sua insaputa e sopratutto perche’ non si e’ mai interessato a queste cose ma gli vengono naturalmente, tranne versarmi da bere fuori casa e iniziare a mangiare dopo di me IN casa…ecco questa e’ una cosa che non mi piace anche se molte volte sono io che spingo i miei familiari a farlo se non sono ancora pronta in cucina….Nelle rare occasionai invece in cui mi sono trovata in compagnia di qualcun altro devo dire che mi son sempre imbattuta bene e fa davvero piacere!

pat |

Katia, e’ sempre la solita storia non ancora giunta in toscana. visto che non moriamo piu’ di fame e mangiamo moderatamente cercando di mantenere bassi livelli di zuccheri e colesterolo non dobbiamo mangiare con buon appetito. mi sembra di ricordare che buon appetito lo auguravano i Signori alla servitu’ quando davano loro da mangiare e gli auguravano di mangiare con buon appetito. dunque se non devi sfamare una persona che sta morendo di fame e lavora per te meglio non auguare buon appetito.

katia |

Va bene se dico Bon Appetit! come faceva Csaba nel suo mondo?

Csaba |

Ah! Che bei ricordi… Ma era solo per divertirsi un po’ smitizzando il galateo. La TV deve innanzitutto essere intrattenimento

Valentina Petracchi |

Ma se non hanno da mangiare lo avranno di sicuro appetito. Oh, santo cielo, chissà che c’è di male a dirlo. Dirlo ai servi sì che mi sembra crudele.

Marina N |

Si anche nell’ufficio dove lavoravo prima c’era chi si presentava come Dot., Arch. e quant’altro.
Inoltre avevano l’abitudine di non togliere mai gli occhiali da sole, chiaramente con lenti non scure ma di più! Non sopporto non riuscire a guardare negli occhi il mio interlocutore!

leo |

Se lo si dice si muore?

katia |

Vuoi che “muoro”? 😉