22 Agosto 2013

Guarire cucinando e mangiando

Se apparecchi la tavola, prepari il tuo cibo in casa e lo offri alla tua famiglia in un ambiente dove prevale la conversazione, compi il miglior gesto di prevenzione affinché la tua famiglia non sia afflitta dalla sindrome. Niente tv, niente telefoni o messaggi, per 45 minuti. Si può?
31 commenti

Un articolo apparso di recente su un quotidiano mi ha fatto riflettere: ci stiamo ammalando sempre più per via del ritmo frenetico al quale siamo sottoposti, ma soprattutto per “colpa” dei social media, dei quali non riusciamo a non essere schiavi. Possibile che la grande rivoluzione digitale, così amata e meravigliosa, ci possa far ammalare oggi tanto quanto la rivoluzione industriale fece all’epoca con l’inquinamento delle prime fabbriche? Pare di sì, perché non siamo stati ancora capaci di darci una regola. Un modo per regolamentare l’uso di tutta questa connessione virtuale al mondo, che sta iniziando – per molti – a diventare isolamento ed esclusione dalle conversazioni reali. Avere in mano un telecomando, un telefonino o un tablet ci rende incapaci di concentrare la nostra attenzione sulla persona con cui stiamo parlando. Il multi-tasking, che negli anni ’90 era considerata la frontiera dell’efficienza (soprattutto per noi donne) ora inizia ad essere visto come qualcosa da evitare. Ci porta ad essere malati. E la malattia si chiama “sindrome da incapacità di concentrazione”.
Come si può evitare di ammalarsi, o iniziare a guarire (per chi è già contaminato dal social virus…)
La tavola è il luogo della condivisione – su questo tema siamo tutti d’accordo, ed è così da molto tempo. Quando non c’era la televisione, quando la conversazione era la principale fonte di intrattenimento, il tempo dedicato ai pasti era anche il tempo dedicato alla condivisione delle esperienze quotidiane dei commensali. Al di là delle divisioni sociali, che prima erano anche barriere, la tavola era qualcosa che accomunava tutti – in modo diverso – attraverso il racconto della vita. A tavola si sono svolte molte delle trattative cruciali di ogni famiglia, di molti Paesi. Che si trattasse di dare in sposa una figlia ad un pretendente che ne aveva chiesto la mano, o di decidere l’unione di due nazioni in una strategia commerciale, intorno alla tavola, e in cucina, sono stati fatti molti passi importanti per l’individuo, per l’umanità, per i Paesi.

 

Se apparecchi la tavola, prepari il tuo cibo in casa e lo offri alla tua famiglia in un ambiente dove prevale la conversazione, compi il miglior gesto di prevenzione affinché la tua famiglia non sia afflitta dalla sindrome. Niente tv, niente telefoni o messaggi, per 45 minuti. Si può?

Sono la prima a dover (voler) mettere in una giornata tante cose, a volte troppe rispetto a quelle che si potrebbero umanamente sopportare. Ma ho una regola: non faccio mai più di una cosa alla volta nello stesso momento (metto le azioni in sequenza rapida, certo) e porto sempre a termine un’azione prima di iniziarne un’altra. Infine, mi salvo con la mia terapia personale: cucinare e apparecchiare per la mia famiglia, ogni giorno. È un momento tutto mio, nel quale lascio da parte ogni pensiero per concentrarmi sui sapori, sulle cotture, gli abbinamenti. Scelgo una tovaglia e ci metto sopra i piatti e i bicchieri abbinandoli tra loro – a volte sono sempre gli stessi, a volte mi va di dare alla tavola quel tocco in più. Scelgo gli ingredienti e li vivo in un’esperienza sensoriale che mi permette di staccare la testa da tutto il resto, concentrandomi solo su di loro. E poi mi concedo 30 – 45 minuti di buona tavola con la mia famiglia, per raccontarci quello che è successo nella giornata, e quello che vogliamo fare del domani. Niente televisione, niente telefoni, niente Internet. Solo noi, i nostri pensieri, le nostre parole. È molto rilassante, mi permette di sciogliere i nodi della tensione che si formano durante la giornata e di predispormi ad una notte più serena.

 

Cucinare e apparecchiare, mangiare condividendo emozioni e pensieri diventano quindi gesti che ci possono aiutare a stare in salute più a lungo. Sicuri? Sì, non solo perché lo dicono i medici, e neanche perché Martha Stewart ha scritto un libro sull’argomento (Living the good long life, ed. C. Potter) ma soprattutto perché se provate a farlo anche solo per una settimana, ne sperimenterete i vantaggi.
Mi sono chiesta – ma come faccio a sapere se ho questa sindrome, o se qualcuno dei miei cari ce l’ha? La risposta è semplice. Va cercata nel rapporto con le immagini e i messaggi. Inizia ad essere afflitto da questa sindrome chi non è in grado di non guardare un messaggio nel telefonino quando mangia, o quando sta parlando con qualcuno. Se sente l’urgenza di rispondere (e magari sta guardando un social media) la sua situazione è cronica. Se quando mangiate lo fate in silenzio e consultate le notizie su un tablet, ne siete afflitti. Se vostro figlio non è in grado di ascoltare un discorso per più di 15 – 30 secondi, ma può giocare con un gioco digitale per molti minuti senza staccarsi, ne è afflitto. Non è nulla di grave, ma può portare a perdersi la parte più bella della vita. Ed essere molto stressati. E lo stress, si sa, è la più brutta parte di ogni inizio di malattia.
La cura? L’avete in mano voi. Una pentola, un piatto, qualche ingrediente fresco e un po’ di fantasia. Fatemi sapere cosa ne pensate…

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31 commenti

ELISA F |

Certo che mangiare di tutto e troppo fa male, ma cucinare con amore per i propri cari e per se stessi, stando attenti a cosa e quanto mangiare: meglio poco ma di buona qualità, credo non abbia mai ammazzato nessuno. Io mangio poca carne ma ogni tanto un buon filetto al sangue non me lo toglie nessuno, ormai in famiglia sta diventando una tradizione un sabato al mese filetto a pranzo tutti insieme! (se poi al supermercato ci sono degli sconti anche meglio).
Non credo che il mio filetto possa rendere il mondo peggiore….a bilanciare sto attenta a non buttare via mai il cibo, a riciclare gli avanzi, a comprare solo quello di cui la mia famiglia ha bisogno,….
In quanto alla troppa tecnologia penso possa essere dannosa, come in tutte le dipendenze non ce ne si accorge subito…anche in questo caso il troppo e fuori controllo fa male, ma non vuole dire che non la si debba usare, non credo che l’articolo volesse affermare ciò! Il cibo e la cucina guariscono? Non lo so, nel mio caso rilassano, divertono, creano un motivo in più per fermarsi e stare insieme alla famiglia a chiccherare, allontanano l’uso indiscriminato della tecnologia e la frenesia del sempre connesso, devo continure?? Beh si guariscono, da quando mio marito ha avuto un problema di salute, mi sono trovata a studiare piatti buoni e belli ma anche salutari e con ottimi risultati e soddisfazioni.
Buona serata!

Cristina |

Complimenti Csaba! Sono perfettamente d’accordo con te! Tutta questa tecnologia, da una parte, mi spaventa…non abbiamo più il tempo di “osservare” quello che ci circonda, così come ascoltare le persone e noi stessi.
Amo la natura e stare all’aria aperta mi rilassa tantissimo, così come cucinare, dove mi diverto ad inventare ricettine ed abbinamenti, che grazie all’incoraggiamneto di mio marito ho iniziato a condividere, per passione, nel mio piccolo blog.
La vita frenetica molte volte mi coinvolge più del dovuto…dovrei leggere questo tuo post ogni volta che mi sento stressata…le tue riflessioni mi hanno fatto riflettere e dovrei cercare di metterle davvero in pratica. Grazie!

Valeria |

Non posso che condividere in pieno quanto scritto nell’articolo. Mi piace cucinare … ma anche mangiare devo ammetterlo; mi piacciono i pranzi e le cene in famiglia, con gli amici e le persone a me care, mi piace la colazione tutti insieme la mattina (quando possibile ovviamente), mi piace pensare a loro mentre cucino. Non sono ancora sposata ma già mi cimento bene tra i fornelli! Almeno mi sento a mio agio senza combinare troppi pasticci.
Il passaggio che mi piace dell’articolo è quello del voler fare tante cose; è vero! Oggi si corre sempre, senza sapere dove si va; si vogliono fare tante cose senza portarne a termine nessuna; oggi è la società del “si deve” altrimenti non sei nessuno. Si fanno tante cose, forse troppe che poi non ti lasciano nulla se non stress, ansia, nervosismo e malumore; che ovviamente si ripercuote sull’intera famiglia.
Quando hai rivolto la domanda se si può per 45 minuti “spegnere la tecnologia” la mia risposta è stata si, certo che si può fare; basta volerlo!
Permettimi comunque di farti i miei complimenti perché davvero porti competenza, serenità, stile, organizzazione ed eleganza in un momento in cui i mass media non fanno altro che propinarci esempi rozzi, rumorosi e privi di ogni sapere.
Grazie
Valeria

Arianna |

Social virus?ma lei si rende conto di ciò che ha scritto? Come tutti i cuochi ciò che conta per voi è cucinare e mangiare….mamma mia che tristezza leggere che fa male la tecnologia, invece di sapere che fa male tutto ciò che voi onnivori cucinate senza pietà! Verrà il giorno in cui vi ammalerete mangiando tutto ciò che è vita, ma si sa a voi non frega nulla di povere anime grondanti sangue…basta riempirsi lo stomaco e soprattutto fare bella figura con amici e ospiti. Ma per favore si faccia un esame di coscenza cara signora cuoca dei miei stivali con la puzza sotto al naso ed inizi con l’amare altri esseri viventi che non hanno fatto nulla di male per capitare sotto le sue manine da cuoca insensibile! Legga più libri dove vi sono citate le pericolosità delle proteine animali e soprattutto di come dovremmo salvare il nostro pianeta da questa enorme piaga che altro non è che l’essere umano onnivoro e devastatore e poi ne riparleremo dei social ok?

Csaba |

La vita è preziosa, in ogni forma Arianna. Quanto agli stivali… Irrinunciabili in autunno-inverno!

Valentina |

Ti adoro Csaba soprattutto quando sei così affilata.

MarinaN |

Grande Csaba!!!!

katia |

L’estremismo e’ sempre nocivo…

Valeria |

Il rispetto per gli esseri viventi sta anche nel farlo quando essi la pensano in maniera diversa dalla nostra, senza giudicare ed offendere, puoi non condividere gli “onnivori”, ma rispettali; puoi non condividere una ricetta o uno chef , ma rispetta…
Liberi di non condividere ma rispettate e non offendete!

enza |

Bellissimo articolo.

Roberta |

Sono una affaccendata mamma/moglie/professionista e la tecnologia digitale ha sicuramente contribuito a ottimizzare i tempi e l’organizzazione in generale ma sono pienamente d’accordo con lei: e’ necessario ritagliasti tempi e luoghi senza telefono, tv, tablet. La cena e i fine settimana sono i miei momenti dedicati alla famiglia, agli amici, alla cucina e più in generale al “bello” .

Csaba |

È bello Roberta leggere le Sue parole! Sì, il tempo non basta mai, per questo lo considero un lusso prezioso.

Pina |

Posseggo pc, tablet e telefono. Spesso li uso e ho ritrovato tante persone che non sentivo da tempo.Giorni fa mi e’ scaduto l’abbonamento ad internet e non ho avuto la necrssita’ di rinnovarlo immediatamente. Se c’e’ bene, se non c’ e’ non muore nessuno. Non ho mai avuto problemi di diependenze tranne quelle con i miei cari.

ELISA F |

Argomento molto interessante e purtroppo attualissimo! In casa, mia quando si mangia, la televisione è sempre stata bandita (per scelta con ovvie lamentele di mio figlio) e poi anche l’uso di tablet e simili!! Sicuramente se ne può fare a meno per 45 minuti.
Quest’estate ho cercato di disintossicare dalla tecnologia tutta la famiglia (me compresa) ma ammetto che è stato difficile. Dovrei farli cucinare tutti insieme? Potrebbe essere una bella idea per il prossimo week end. proverò.

Donna Bianca |

Non c’è dubbio che a tavola (uno dei pochi momenti in cui una famiglia si riunisce) ogni distrazione dovrebbe essere bandita, tanto più che – alla fine – è solo questione di abitudine: del resto, se la compagnia è piacevole e la conversazione interessante, nessuno sente la necessità di interessarsi ad altro.
Ciò nonostante, non demonizzo assolutamente la tecnologia, anzi. Capisco però che per molti (fanatici del lavoro e ragazzini, soprattutto, a maggior ragione se passano molto tempo da soli) la dipendenza da elettronica di consumo sia in agguato, e condivido sia salutare coltivare interessi che non ne prevedano l’uso: la cucina va benissimo, ma sinceramente non la preferirei a qualche attività all’aria aperta, magari in compagnia. Se poi si possono fare tutte e due le cose, meglio ancora 🙂

francesca p. |

E’ vero, c’e’ gente schiava della tecnologia che per carita’ ha i suoi lati positivi ma tanti sono i negativi. L’altra sera sono andata a vedere una commedia teatrale all’aperto e ho notato persone che avevano lo sguardo catturato dal proprio cellulare farsi le foto tra di loro. Ora mi chiedo, ma non e’ meglio alzarsi e andare via se la serata non e’ di loro gradimento? Ma prima senza cellulare come facevamo? Invece per quanto riguarda la tv ,e ‘ vero, e’ molto meglio spegnerla soprattutto durante l’ora dei pasti, c’e’ una mia amica che addirittura ha comprato casa e non ha nessuna intenzione di comprare la tv, le notizie le legge sui giornali la musica in radio e quando invita amici o la propria famiglia per un pranzo o cena il dialogo e il cibo sono i protagonisti!!

Laura |

Io sono una di quelle persone che ha il telefonino con internet per poter consultare facebook e wikipedia in ogni momento della giornata, ma mi sono anche accorta che lo faccio quando sono da sola o quando la compagnia non è stimolante. Quando sono con mio marito o i miei più cari amici mi dimentico persino di averlo, a meno che non sorga un quesito a cui cercare risposta.
Mi sono accorta anche che quando cucino non sento neanche se squilla…
Sono sicuramente fortunata, anche se mio marito vuole la tv accesa quando mangiamo perchè “non gli piace sentir masticare”…
E vorrei aggiungere una cosa.
Quando ho avuto problemi e “brutte giornate” e la televisione era diventata come una droga, conforto che annebbiava i pensieri solo una cosa mi ha risvegliato: leggere i tuoi libri e sperimentare le ricette. E ho ricominciato a vivere.

Lalla |

Io ho notato una cosa: negli ultimi tempi le persone sono particolarmente nervose e nevrotiche. E io non credo che sia solamente per colpa della crisi. Penso invece che tutta questa tecnologia (e mi riferisco in particolar modo ai cellulari, con internet 24 ore su 24) abbia reso le persone costantemente sovraeccitate e su di giri. Per non parlare del fatto che grazie a facebook tante persone hanno dimenticato come si relaziona tra esseri umani in carne e ossa!
Io ho felicemente rinunciato a tutto questo: non ho uno smartphone, ho disattivato internet dal mio cellulare, non ho un profilo facebook e, a parte il tempo che dedico alle mail e a questo sito, il resto del tempo lo riempio con fool, arrosti, gnocchi allo zafferano e la dolce compagnia del mio amore!
E’ la medicina migliore ai casini della vita!!
Tra l’altro quest’estate grazie alla cucina ho conosciuto persone fantastiche, galeotti furono i blinis al salmone e aneto! 😉
Viva la cucina!!!

antonella |

Purtroppo nn riesco a stare senza la tv…forse perche nn impongo…..prometto che mi impegneró.

pat |

In realtà dal titolo mi aspettavo un altro argomento. Il cibo sano davvero guarisce anche da mali fisici. Malattie femminili come l’ovaio policistico o l’endometriosi migliorano molto cucinando a casa e mangiando cibi di stagione con pochi zuccheri e pochi grassi a prescindere dalle cure con la pillola. Io con un sano regime alimentare scegliendo frutta e verdura di stagione al mercato ho migliorato la situazione e quando eccedo in zuccheri e grassi mi sento affaticata e sento effetti negativi sul corpo. Il cibo non è solo un bisogno da soddisfare. Il cibo nutre, è parte del nostro benessere psicofisico e cucinare in casa dà benefici enormi.

Anna Maria |

Si certo, condivido tutto, nella mia cucina non abbiamo mai voluto il televisore e quando ci riunivamo intorno al tavolo si parlava….parlava…parlava…..indimenticabile!!!

Betty |

Ciao Csaba
innanzi tutto ti faccio i miei migliori complimenti per le trasmissioni di Real Time che seguo e apprezzo tantissimo, non solo per i contenuti…ma soprattutto per lo svolgimento:
romanticismo, quel pizzico di lentezza che non guasta ma rilassa e fa riflettere, l’amore per quello che fai (quasi tangibile)…
Condivido quello che hai scritto.
Preparare “qualcosa” rilassa.
Importante è, non solo lo stare insieme sul finale, ma anche tutto il procedimento. Piace a noi stessi, mentre lo facciamo, ma fa sentire bene farlo per gli altri.
Un caro saluto
Betty

giulia@deor.com |

Buongiorno Csaba, articolo davvero interessante! Sono fortunata, non sono schiava del Pc. Lo uso quasi esclusivamente la mattina, perché mi alzo presto, saluto qualche amico e via. Però sta diventando un problema molto serio, soprattutto a causa dei telefonini che permettono di essere perennemente connessi :((

Daniele |

Ho 61 anni e per quarant’anni ho corso dalla mattina alla sera , svolgendo praticamente due lavori. Da circa un anno sono praticamente disoccupato , avendo lasciato un lavoro per scelta e perso il secondo . Ho ritrovato il senso della vita in cucina e soprattutto a tavola. So usare i telefonini , computer ecc. ma ho deciso che se ne può fare a meno in certi frangenti , per esempio a tavola. Vi garantisco che si vive ugualmente ma soprattutto si vive meglio , ritrovando il gusto della conversazione e dell’ascolto degli altri. Buon pranzo a tutti. Daniele

Csaba |

Grazie Daniele per la tua testimonianza – spero che tu possa avere giorni sempre felici intorno a tavola e cucina!

Marzia |

Complimenti per gli spunti di riflessione che ci offrii.
Credo che il potere, se vogliamo, sia nelle nostre mani.
Certo dobbiamo avere il coraggio di fermarci un attimo e divenire consapevoli, assumersi la responsabilità.
Tutti noi abbiamo delle scadenze da rispettare per noi e per i nostri familiari, amici, colleghi e nella maggior parte dei casi non possiamo rimandare. Queste parole sono ancor più forti in questo moneto di crisi economica.
MA sta a noi modificare l’atteggiamento con cui affrontiamo la routine.
Già fermarsi solo a pensare credo sia un piccolo passo e non costa 1 cent.

Anna Maria |

mamma mia non ditelo a me …ormai internet è la mia rovina .
A volte studio e mi rendo conto che magari perdo mezz’ore intere a navigare sul web senza un motivo o perdo ore su fb con la chat e foto .
A fine giornata mi rendo conto di non aver combinato nulla e mi bruciano soltanto gli occhi…che disastro!!! :/
infatti ultimamente mi impongo di non accendere neanche il pc per non avere la tentazione , ma è assurdo come si possa diventare così dipendenti .

pat |

Io a Londra sono rimasta allibita dalla gente in metro e nella city attaccata a smartphone, tablet e ebook reader. prima al massimo li vedevo con libri e giornali adesso bloccati davanti ad aggeggini elettronici che fanno sorrisi e faccette o musetto triste in base ai messaggi ricevuti. io sono come i londinesi addicted ma a vedermi dall’esterno dico che voglio staccare in realtà in questo momento ho finito di cenare e sono col caffè sul divano e leggo riviste, facebook e siti comodamente. su un ipad. lo faccio da anni. il tempo dedicato al pranzo in famiglia è importante (per chi una famiglia ce l’ha). io da single non porto lo smatphone con me in cucina. per igiene e perché se cucino o mangio faccio solo quello. non tengo oggetti tra le dita. oltre ai 45 minuti in famiglia bisognerebbe ritagliarsi altri spazi. firenze è molto diversa da questo punto di vista. i miei colleghi a stento usano le email per lavoro. internet ha pochi utenti qui. la situazione non migliorerà. a londra ho letto un articolo non mi ricordo su quale gionale o daily mail o financial times in cui un giornalista diceva che è poco professionale lasciare gli out of office message nell’email quando si va in vacanza. è bene rispondere subito ai messaggi urgenti. così non esisteranno più vere vacanze. lavoreremo sempre. o per dletto o per lavoro non staccheremo più la spina. io uso i weekend per stare in giro e spegnere l’ipad per qualche ora. spero di non finire male come i londinesi.

Donna Bianca |

Secondo me gli eBook reader sono una meraviglia: un’intera biblioteca al peso di un Topolino. In fondo è solo un altro modo di leggere…

katia |

Penso che è proprio così e che andrà sempre peggio, odio tutto ciò che è tecnologia a partire dai cellulari che fino a pochi anni fa non esistevano e adesso pare non possiamo più farne a meno e che anche se ti fanno stare in contatto con qualunque persona in qualsiasi posto creano anche tanta ansia in più, almeno a me ….non parliamo poi del PC, una trappola vera e propria, non per niente il “web” ha questo nome! se entri in rete ne resti intrappolato, io sto evitando di connettermi e approfitto del cell che mi è stato donato dal quale non riesco a vedere più di tanto così evito di perdermi e di spaziare con la navigazione, dopotutto si stava bene anche prima del suo avvento. Ogni tanto penso di uscire anche da fb perché mi accorgo che la curiosità mi porta a sbirciare anche quando avrei altro di più importante da fare e non mi sopporto! Le mie figlie il pc lo usano solo per lo studio ma il cell. lo tengono anche troppo per le mani…certo non a tavola!…Inoltre tu Csaba parli di ammalarsi di social virus….io sono convinta che tanti mali mortali del secolo siano portati anche da queste macchine infernali ma con tutto il business che c’è dietro non verrà mai fatta abbastanza propaganda per eliminarli.

Marina N |

Csaba hai scritto questo post appositamente per me?
Purtroppo sono diventata una di quelle persone che non riescono più a fare una sola cosa per volta! Prima quando lavoravo a tempo pieno mi dicevo che era colpa dei ritmi serrati e della mancanza di tempo, quindi doveva essere tutto organizzato e portato a compimento in tempi record. Poi sono arrivati il part-time , la disoccupazione ed ora un nuovo part time (che non so quanto durerà!) ma le cose non sono cambiate,, mi ritrovo ancora a pensare ed agire in modo frenetico! Aiuto! Sono malata?
Eppure basterebbe cosi poco! Ieri mattina siamo andati con degli amici in campagna a raccogliere le prime more, una gita bella e spensierata. Il contatto con la natura, la pace ed il silenzio ci hanno rigenerato!
A volte basterebbe cosi poco per essere più sereni!