18 Agosto 2013

I 9 punti della rivoluzione (deliziosa) di Alice

Firmiamo oggi stesso per questa rivoluzione in cucina e riappropriamoci del gusto della semplicità, delle cose sane e genuine cucinate con le nostre mani – farà bene alla salute, all’economia della famiglia, al mondo e, soprattutto, ad ogni comunità locale.
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Era il 1995 quando mi imbattei la prima volta in Alice Waters – autrice americana pioniera del chilometro zero, del cibo semplice e genuino, che è anche servito in modo deliziosamente goloso. Ristoratrice acclamata, proprietaria del famoso Chez Panisse a Berkeley (California). Lei era lì da 24 anni (il ristorante ha aperto nel 1971) ma io non ne avevo mai sentito parlare e mi incuriosì l’idea di una signora che, insieme ad un gruppo di amici, aveva deciso di aprire un piccolo ristorante dove servire cucina naturale, coltivando un proprio orto sull’idea del biologico e del chilometro zero. Dall’orto alla tavola, con ricette semplici, che le persone potessero rifare anche a casa propria. Iniziai a seguirla, a comperare i libri che parlavano del suo ristorante e – poi – del suo Café Chez Panisse (situato sopra il ristorante stesso).

La mia filosofia in cucina è stata molto influenzata, negli anni, dalle sue idee, dal desiderio di cucinare solo ingredienti freschi, il più possibile di stagione, mangiati senza alterazioni o grandi artifici. Ora che anche da noi il cibo sano e genuino è alla base della tendenza in molti ristoranti (e – spero, anche nelle famiglie) mi sono riletta il suo libro “A Delicious Cooking Revolution” un estratto pubblicato da Penguin nel 2011, tratto dal libro di Alice Waters intitolato The art of simple food.
Ecco le 9 regole della rivoluzione di Alice, da applicare a casa per mangiare meglio, spendendo meno.

1 – mangia cibo locale, sostenibile. Impara a capire da dove viene ciò che mangi e come viene prodotto. Cerca nuove varietà di verdura e di frutta presso piccoli coltivatori locali che si prendono ancora cura della terra. Compra uova, carne e pesce da produttori che allevano il bestiame con rispetto, in un ambiente sano, possibilmente biologico.
2 – mangia secondo la stagione. Scegli sempre il cibo che è di stagione. Anche quando il periodo di raccolta è breve, la coltivazione biologica può estenderla: molti vegetali possono essere coltivati in serra, e ci sono sempre prodotti locali che possono essere conservati, inscatolati e messi da parte per l’inverno. Mangiare seguendo le stagioni ispirerà i tuoi menù, ma soprattutto di darà un senso del tempo che passa, del luogo in cui ti trovi, ricompensandoti con cibi pieni di sapore.
3 – acquista nei mercati locali. I coltivatori locali che vendono attraverso i mercati creano delle comunità che danno valore alla biodiversità, alla genuinità, alla stagionalità, alla sostenibilità e alla bellezza del cibo. Vai a conoscere coloro che coltivano ciò che mangi e imparerai da loro.
4 – pianta un orto. Non c’è soddisfazione più grande che mangiare ciò che tu stesso hai coltivato. Anche un semplice vaso di erbe fresche messo sul davanzale può trasformare la tua cucina e creare un legame con le stagioni.
5 – conserva, ricicla, composta. Porta al mercato con te una borsa o un carrello. Riutilizza tutte le confezioni che riesci a riciclare. Tieni un bidone con il composto se puoi, per metterci tutti gli avanzi del cibo. Più riesci a conservare, meno sprechi, meglio ti sentirai.
6 – cucina in modo semplice, coinvolgendo tutti i sensi. Pianifica dei pasti che non siano complessi. Lascia che le cose abbiano un gusto e lo conservino. Goditi il momento in cui cucini come un’esperienza sensoriale: il tatto, l’udito, la vista, i profumi e – sopra ogni cosa – il gusto. Assaggia mentre cucini. Continua ad assaggiare, a sperimentare, a scoprire…
7 – cucina insieme a qualcuno. Coinvolgi la tua famiglia, gli amici, specialmente i bambini. Quando i bambini coltivano il cibo, lo cucinano e lo servono, hanno anche voglia di mangiarlo. Mettere le mani in pasta è un’esperienza che insegna ai bambini il valore e il piacere del buon cibo, senza sforzo.
8 – condividi il cibo. Non importa quanto possa essere modesto il piatto che hai cucinato, crea un posto speciale per sederti e mangiare condividendo l’esperienza con cura e rispetto. Assapora il rito della tavola. Quello dei pasti è il tempo per l’empatia e la generosità, un tempo per nutrire e comunicare.
9 – ricorda, il cibo è prezioso. Il buon cibo viene solo dai buoni ingredienti. Il suo prezzo deve includere il costo della tutela dell’ambiente, un salario decoroso per chi coltiva la terra. Il cibo non deve mai essere dato per scontato.

 

Firmiamo oggi stesso per questa rivoluzione in cucina e riappropriamoci del gusto della semplicità, delle cose sane e genuine cucinate con le nostre mani – farà bene alla salute, all’economia della famiglia, al mondo e, soprattutto, ad ogni comunità locale.

 

 

Nel 2003 Alice Waters è diventata Vice presidente di Slow Food International, e da allora ogni tanto viene a Bra, in Italia, dove quest’anno torna per lavorare una settimana nella mensa all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, a Pollenzo, in Piemonte.

 

 

 

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14 commenti

Animula |

Cara Csaba, il post è bellissimo, condivido e cerco di seguire queste indicazioni (eccetto il compostaggio, perché a casa abbiamo solo un piccolo balcone su cui convivono fiori, aromi e… i rifiuti che attendono il giorno di riciclo settimanale – ma questo fa parte della pazza storia della differenziata nella mia pazza città-).
Agli amici che cercano il Km. zero in contesti urbani posso ricordare i GAS (Gruppi di Acquisto Solidali), che consistono in gruppi di acquirenti interessati a comprare il fresco, locale e biologico, che contattano i fronitori, organizzano una lista della spesa e, a turno, acquistano e distribuiscono secondo la lista di ciascuno. Esistono quasi ovunque, si fa un piccolo sforzo la volta che tocca a noi fare il giro, ma l’esperienza è quasi sempre rilassante, interessante, distensiva, e ci fa anche incontrare con nuovi amici!
E’ sempre un piacere vederti o leggerti. Buon lavoro!

Donna Bianca |

Carissima, non sai quanto ci ho girato intorno, ai GAS, ma niente, non ce la faccio: sono troppo abituata a gestire cucina e spesa in prima persone, scegliendomi i prodotti uno a uno, e l’idea di mangiare quello che altri decidono per me proprio non mi piace. Per fortuna in alcuni supermercati delle mie parti (ovviamente le catene locali, non quelle nazionali) si trovano molti tipi di frutta e verdura della zona, e questo già aiuta molto.
Comunque sul compostaggio no grazie anche per me: per fortuna non ho la pena della raccolta porta a porta, quindi i rifiuti organici se ne vanno dritti nell’apposito cassonetto tutte le sere, ma c’è poco da dire, quando si vive in un appartamento certe cose difficilmente si riescono a fare 🙂

Csaba |

Concordo – ma chi lo fa in campagna ne va molto orgoglioso, e sono sicura che è una cosa giusta. Anche io butto l’umido ogni giorno negli appositi sacchetti e bidoni.

Nome |

Cara Bianca, che piacere trovarti qui! IOoho partecipato a un GAS per due anni, la lista la redigevo personalmente, ma forse ci sono varianti più muscolari (mangi quello che dico io!!!).
Un’alternativa potrebbe essere contattare un produttore che vende ai mercatini bio che ormai la coldiretti organizza praticamente ovunque, e chiedere se si occupa di vendite produttore-consumatore. Dopo l’abbandono del GAS, io faccio così. Ricevo una mail settimanale con la lista dei prodotti disponibili , compilo e poi la spesa mi arriva a casa.Ovviamente, posso dare un aiuto per chi abita dalle mie parti, ma so già che noi due siamo… agli antipodi!

francesca p. |

Bel post, Csaba! E’ vero “il cibo non deve mai essere dato per scontato”! Invece prima di sposarmi lo era, le 9 regole non mi appartenevano forse perche’ non amavo cucinare. Ricordo quando ero piccola di non riuscire a capire perche’ mia madre si svegliava presto per andare al mercato quando poteva andarci benissimo in tarda mattinata ad un supermercato vicino casa! Ma ora,che sono cresciuta e ho una famiglia che amo tutto mi e’ piu’ chiaro e le nove regole sono piu’ che giuste..

Nina |

Mi piace molto questo post! Dice delle cose molto preziose! Lo inserirò nel mio blog
Fragola e Cannella

Nina

Donna Bianca |

Direi che la mia cucina è così da sempre. Unico punto che mi mette sinceramente in difficoltà, il numero 3: vivendo in città, e lavorando tutto il giorno, non è facile avere il tempo di girare, e nemmeno trovare fornitori affidabili, purtroppo…

katia |

Nonostante il mio straparlare criticone non sono mai stata attenta a queste cose in cucina…anzi, pur di trovare l’offerta piu’ vantaggiosa ho tralasciato la bonta’ del prodotto, ma non e’ mai troppo tardi per imparare no? Ho ricominciato da capo rileggendo “la tua cucina in citta’” e attraverso i tuoi consigli e anche quelli di questa signora che non conoscevo, spero di migliorare “la mia cucina in periferia” 😉

massimo |

Csaba! Io sarei completamente daccordo con te…….però, io sono circondato da venditori “con bandiere gialle” svolazzanti i quali, ti assicuro non hanno neanche un mq di terreno coltivato. Praticamente partono la mattina presto, vanno a Roma (mercati generali) e poi si spacciano per agricoltori. un abbraccio!

Csaba |

Succede anche a me a Milano… Ma cerco di andare fuori appena posso! Non è facile, ma se penso che ho dimenticato 2 pomodori presi al supermercato in frigorifero quando sono partita e …2 settimane dopo erano ancora uguali! Cosa ci spruzzano? I pomodori del mio orto al mare sono meno belli, ma veri… Insisti!

Marina N |

Si è capitato anche a me, nella mia città da qualche anno cè un mercatino organizzato dalla Coldiretti, anche se non proprio a km. zero …
All’inizio ero molto soddisfatta per la qualità dei prodotti e per il prezzo decisamente ottimo, ora sono profondamente delusa il tutto è diventato scadente! Mi sono domandata anche io da dove provengano frutta e verdura …Così ..quest’anno in terrazza via libera a pomodori cetrioli e zucchine! Certo non in grandi quantità ma la sodisfazione di vederli “nascere” e poi crescere… e volete mettere il sapore?

Luisa |

Sottoscrivo molti punti di questa Rivoluzione e conoscevo gia’ la storia di questa Signora, avevo letto un articolo che la riguardava! Prima non amavo l’idea della campagna e del contatto con la terra….poi con i bimbi ho riscoperto tutta la bellezza della natura e i sapori genuini dell’orto di mio papa’. Persino sul mio balcone a Mi ho piantine di pomodori, cetrioli ed aromi vari, ed anche il marito “coltiva” questa passione :)! Grazie Csaba per avermi rinfrescato la memoria. Saluti Luisa

elisa |

Cara Csaba che dire, semplicemente SOTTOSCRIVO TUTTO ed è da qualche anno che cerco di mettere in prativa, senza integralisimi ed eccessi ma di mettere in pratica ogni volta che posso, di coinvolgere anche i miei famigliari (e ci sono riuscita sia con il marito che con il figlio!!).
Ogni tanto qualcuno mi prendeva un po’ per “matta” ma il tempo mi ha dato ragione, adesso fortunatamante di queste cose si parla e si scrive di più e piano piano sempre più persone ne fanno una regola di vita!!
Continua così, con eleganza ma con semplicità.
A Presto
Elisa
P.S. oggi è già la seconda volta che ti scrivo, io non sono una grande frequentatrice di blog, ma questi argomenti ….

Valentina B |

Bellissimo post, grazie Csaba! Trovo molto di te, per come ti sto conoscendo attraverso libri e televisione, in questi nove punti e sono orgogliosa di trovare molto anche di me! Sono principi che condivido dal primo all’ultimo e che cerco di applicare nella mia vita quotidiana e con la mia famiglia! Da ultimo la mia avventura con l’orto, iniziato questa primavera con i miei bambini, che mi sta regalando enormi soddisfazioni e nuove esperienze in cucina per conservare le verdure di stagione per l’inverno! Il libro di cui parli esiste anche nella versione italiana?