Domenica 31 dicembre. Sono a casa, seduta alla stessa scrivania di sempre. Lo studio è in disordine, lo ammetto, avrei dovuto fare “space clearing” come si dice, o semplicemente riordinare. Non l’ho fatto. Al posto di riordinare ho dormito. Ho cucinato, mangiato e vagato per casa mia in silenzio, la vestaglia di velluto sulla pelle, le calze morbide ai piedi. Pensavo. Leggevo. Respiravo. Mentre si compivano i “non gesti” la testa allineava i suoi cassetti. Lì dentro ho fatto ordine e creato spazio per il nuovo. Non so se con queste righe riesco a rendere l’idea della sensazione che sto provando, ma un’energia nuova si sta lentamente impadronendo di me e mi sta dando il coraggio di guardare la salita che ho davanti con occhi nuovi.
Sono stata molto stanca, quest’anno. Me ne sono anche stupita, perché avendo sospeso le riprese di Cortesie per gli Ospiti, mi aspettavo un anno di riposo. Ma la vita non segue mai i piani che noi facciamo da soli, ci chiede di scendere a compromessi, e così ho dovuto fare. È stato un anno molto complicato per me, sia a livello personale che professionale. Un anno che mi ha chiesto di andare avanti nonostante tutto. Di fare più fatica. Di piangere da sola. È anche stato un anno in cui ho pregato molto, forse per chiedere aiuto, forse per aiutarmi da sola nel credere in quello che stavo comunque facendo.
È stato un anno che finisce con il 3 questo. E la cosa spiega il perché. Non posso scendere nel dettaglio nello spazio di una pagina (un giorno, forse, avrò il coraggio di scrivere un libro su questo tema). Desidero tuttavia condividere con voi quello che significa questo rito di passaggio rappresentato per me dagli anni con il 3, pensando che forse possa essere di aiuto a qualcuno.
Sono nata nel 1970 e da allora, ogni anno con il 3 ha portato alla perdita di una parte fondamentale di me. La perdita, come ogni perdita importante, all’inizio spaventa, terrorizza, rende insicuri. Ci fa chiedere “perché proprio a me”. Con il passare dei mesi, tuttavia, la perdita dell’anno con il 3 rappresenta una porta che si chiude per aprire un portone. È sempre stato così per me. 1973, 1983, 1993, 2003, 2013. E adesso, 2023.
Sebbene sia stata tentata più volte, nella mia vita non ho mai scelto la strada più facile.
C’è sempre stato qualcosa che me lo hai impedito, forse si tratta di un qualcosa che è intrinseco nel mio carattere, nel mio modo di essere, nel desiderio di dire a me stessa che sono riuscita a superare un altro ostacolo. Così, il 1 gennaio del 2014, dieci anni fa, mi affacciavo al nuovo anno e al nuovo decennio con una grande paura nel cuore: aver fatto un errore che non avrei potuto riparare.
Dopo dieci anni avevo deciso di dare in affido ad altri uno dei miei figli professionali, la casa editrice Luxury Books che avevo creato quando in Italia ancora i libri di cucina non facevano scalpore e molti mi avevano detto che poteva essere un’impresa folle. La mia idea all’epoca, sfinita dal non saper gestire più la cosa da sola, era quella di trovare un alleato. Cedere Luxury Books alla GTE (Guido Tommasi Editore) si rivelò presto la strada corretta. Persa la casa editrice che avevo fondato e fatto crescere, nei dieci anni seguenti ho potuto concentrarmi sulla mia carriera di autore, sviluppare il mio stile personale e conoscere persone con le quali lavorare in modo da migliorare sempre. Ho pubblicato un libro ogni anno, dal 2014 ad oggi. E sono arrivata qui: l’ultima pagina del quaderno 2014-2023, con la certezza che ora devo voltare pagina ancora, e cambiare.
Ho chiuso la boutique on line la settimana scorsa e desidero rinnovare innanzitutto questo salotto. Affinchè torni ad essere il luogo dove posso scrivere e ricevere le vostre lettere, le vostre opinioni. Amo Instagram, ma amo di più scrivere testi lunghi e leggere i commenti delle persone con le quali condivido uno stile di vita e di pensiero.
Il sito diventerà presto (spero già quest’anno) uno spazio più ampio. Con una nuova boutique.
Probabilmente non scriverò un libro di cucina nel 2024, ma sarà solo una pausa – ne sono certa – che mi consentirà di riorganizzare il mio modo di lavorare e di essere, ancora una volta, su una strada in salita faticosa, ma piena di soddisfazioni.
I temi che vorrei includere in questo nuovo spazio sono la tavola e la cucina, certo, ma anche l’essere donne in un mondo che parla tanto di donne (troppo, forse) senza ancora sostenerle il modo concreto. A proposito, avete visto al cinema “C’è ancora domani?” se non lo avete fatto, fatelo in questi giorni, perché merita davvero di essere visto. Paola Cortellesi ha creato un piccolo capolavoro. Ci sarà uno spazio per i viaggi e i racconti di viaggio, che sono da sempre il mio primo amore. E poi un salotto per le buone maniere, che sarà il nostro tea time personale.
Cercherò di esserci in modo concreto. Non con la quantità, ma con la qualità.
E farò del mio meglio per essere all’altezza di potervi avere miei ospiti. Tutti voi che leggete, e che avete il desiderio di condividere un pensiero su tanti argomenti. La gestione del tempo è un altro tema che mi appassiona. E al quale vorrei dedicare qualche post. Ma anche il benessere e la bellezza potrebbero entrare a piccoli passi qui (cosa ne dite?)
Ora sta diventando buio da me. Questa è l’ultima notte dell’anno. Passatela sereni. Guardate il cielo e vedrete il futuro. Lasciate che il vostro animo abbracci il domani. Chiudete dietro di voi la porta dell’oggi ed entrate da un portone spalancato nel 2024. Il nostro futuro dipende anche da noi. Io ne sento la responsabilità. E vi mando affetto e sostegno, ovunque siate, qualunque sia la vostra storia.
Buon anno.
Csaba